MODELLO TeFFIt- principi guida e strategie di azione

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Il Modello della Rete TeFFIt nasce da una collaborazione interdisciplinare che ha ragionato e messo a confronto, sulla base delle conoscenze specialistiche di diversi e numerosi ambiti di studio, l’analisi delle evidenze scientifiche esistenti sulle Terapie Forestali, ma anche da una messa in comune di esperienze concrete e di lunga data nei vari settori che si sono sino ad oggi occupati del rapporto diretto esistente tra Natura e salute umana o che hanno in qualche modo utilizzato elementi e/o ambienti naturali in proposte terapeutiche, motorie, educative, ricreative, didattiche, in differenti ambiti professionali.

Da questo confronto sono emersi alcuni principi guida e l’individuazione di alcune strategie d’azione ritenute preliminarmente prioritarie ed eventualmente propedeutiche ad altre.

PRINCIPI GUIDA

  • Le foreste sono ecosistemi complessi che, nella loro autodeterminazione, risultano completamente occupati da forme di vita, prodotti di queste e perfetta armonia di inter relazioni
  • Ognuno di questi elementi – ricchezza di biodiversità, prodotti di questa (dai fitoncidi ai paesaggi che creano), relazioni e armonia delle relazioni – rappresenta un effettore potenzialmente benefico per la salute psicofisica umana.
  • La potenzialità, e non la certezza dell’effetto benefico, è dovuta a variabili psicofisiche umane individuali delle quali è fondamentale tenere conto (ad esempio, l’allergia nei confronti dei pollini così come il grado di connessione con la natura), alcune delle quali non sono modificabili e diventa necessario escluderle (ad esempio l’altitudine delle foreste per i cardiopatici), per altre è sufficiente e anzi vantaggioso adattare invece il percorso di avvicinamento (ad esempio per passare dall’ipersensibilità alla tolleranza nelle allergie)
  • Ferma restando la conclusione che solo le foreste autodeterminatesi e sufficientemente mature sono in grado di offrire il più efficace beneficio per la salute psicofisica umana, esiste uno spettro di caratteristiche degli ambienti boscati dal massimamente selvatico al totalmente domestico che può comunque offrire benefici intermedi, mentre alcuni tipi di gestione umana delle foreste interferiscono così pesantemente da risultare, non solo non benefici, ma addirittura dannosi per la salute umana: ad esempio, ambienti forestali inquinati o nei quali la complessità risulta tanto impoverita quanto distorta. In questo senso, può risultare più benefico il verde urbano adeguatamente pianificato piuttosto che un bosco malamente gestito.
  • Le variabili umane e quelle forestali – quantitative ma anche qualitative, come quelle relative alle diverse tipologie di ambienti, nel nostro caso presenti in Italia: castagneti, faggete, abetaie, boschi misti, ecc – devono essere quindi sempre considerate e monitorate, sia singolarmente sia nell’interrelazione persona/foresta. Pertanto devono essere previsti monitoraggi sui percorsi forestali scelti, altri sulle caratteristiche, i bisogni e le eventuali patologie dei frequentatori, e quindi quelli sui reali effetti ottenuti sui secondi da parte dei primi.
  • Le attività da svolgere in foresta, in autonomia o con il supporto di conduttori, devono tener conto degli studi scientifici internazionali già esistenti e quindi essere declinati per le realtà locali, ancora una volta quindi degli ambienti forestali a disposizione, della situazione urbana e persino logistica alla quale ci si riferisce, delle esigenze di salute delle persone alle quali ci si rivolge, intendendo la salute in senso olistico e quindi comprendente gli aspetti fisici, psicologici ma anche quelli culturali e socioeconomici della popolazione.
  • Partendo dunque da quanto già evidenziato dagli studi scientifici internazionali, cioè l’efficacia del “passeggiare nelle foreste con i sensi aperti”, si deve tener conto dei meccanismi d’azione per cui tale approccio risulta benefico per includere, escludere o eventualmente adattare le proposte di esercizi o attività specifiche, al fine di consentire ai frequentatori di ottenere il massimo dei benefici individuale in ogni tipologia di ambiente e a seconda delle esigenze personali.
  • Sempre in relazione all’efficacia del “passeggiare in foresta con i sensi aperti”, è necessario tener conto di quali meccanismi d’azione si attivino, sia in riferimento alla percezione umana sia alla fisiologia del movimento, mentre l’assunto che nelle Terapie Forestali il ruolo di terapista debba essere svolto dalla foresta stessa richiede che si tenga conto dei contenuti scientifici delle diverse discipline ma per la proposta di una metodologia terapeutica completamente nuova e anche concettualmente diversa da altre esistenti: farmacoterapia, psicoterapie, sport terapia, ecc. In tal senso, sono descritti anche le competenze e il ruolo della figura professionale del Conduttore di Terapie Forestali che non possono essere assimilati ad altri esistenti.
  • Il Modello metodologico applicativo messo a punto dalla Rete TeFFIT, e che si prevede via via di perfezionare verificandone l’efficacia attraverso monitoraggi costanti ed estesi, pone il focus su alcuni aspetti già ben studiati (ad esempio gli effetti di singoli effettori forestali quali i fitoncidi, le stimolazioni visive, sonore e tattili; gli aspetti affettivo relazionali con la Natura: biofilia, connessione, alcune caratteristiche individuali, ecc) ma anche su altri che sono stati presi poco in considerazione. Tra questi, la sinergia degli effettori laddove questi vengano considerati nell’ottica ecosistemica delle foreste, “effetto foresta”, e il ruolo non solo dei meccanismi psicologici dell’essere umano ma anche quelli del corpo, comprese le funzioni fisiologiche della motricità e delle sue potenzialità comunicative e relazionali. Un corpo ovviamente inteso non quale contenitore e veicolo della mente, ma quale protagonista nel quale la psiche è profondamente incarnata e che, se opportunamente ascoltato e messo in condizioni di agire a sua volta in modo “autodeterminato e riccamente biodiverso” è il solo in grado di muoversi (passeggiare) nella foresta nel modo più efficace per instaurare relazioni con essa e individuare i luoghi e le strategie migliori per trarne beneficio (con i sensi aperti).
  • Ferma restando la programmazione opportuna delle attività in foresta, sia per qualità sia per durata e periodicità, è necessario un mantenimento coerente nel quotidiano da parte delle singole persone, da potersi attuare anche in ambienti urbani e periurbani che, pertanto, devono essere messi a disposizione e devono avere caratteristiche adeguate. Negli stessi ambienti urbani devono essere create anche le condizioni e messe a disposizione le risorse affinché i comportamenti salutari scelti per l’emergente consapevolezza ottenuta in foresta siano attuabili (ad esempio, alimenti sani sempre più disponibili sia per l’acquisto sia nella ristorazione, aree verdi ricche di biodiversità nelle quali svolgere attività motorie e socializzare, ecc)
  • Le stesse città possono tener conto dei benefici ottenibili dalla Natura nella pianificazione delle infrastrutture (uffici, scuole, ospedali) ma anche nella riprogrammazione delle proprie attività scolastiche e professionali (orari, intervalli, attività interne e localizzazioni, ecc), mentre la pianificazione territoriale nelle aree che accolgono attività di Terapie Forestali dovrebbero a loro volta proporre servizi ad esse coerenti, sia in termini di ristorazione che di ospitalità e di offerta di attività integrative.
  • I professionisti che operano nelle discipline coinvolte (sanitarie, forestali, sociali, ecc) che intendano intervenire nella programmazione e pianificazione degli interventi forestali devono acquisire competenze interdisciplinari specifiche, ma dovrebbero acquisire almeno una competenza minima di base anche coloro che, sempre negli ambiti delle diverse discipline, intendano inviare o raccomandare in modo coerente ed opportuno le Terapie Forestali (ad esempio, prescrizioni mediche di attività forestali, tipologia di compiti a casa agli alunni da parte degli insegnanti, descrizione delle opportunità della zona in ambito turistico, ecc)
  • Parimenti, le Terapie Forestali, così inquadrate, possono essere vantaggiosamente utilizzate quali opportunità di lavoro (e quindi preliminarmente di studio) per le nuove generazioni, per la valorizzazione dei territori ai fini di una più efficace proposta di turismo stanziale, quale alternativa vantaggiosa rispetto al taglio dei boschi, per la diminuzione dei costi della sanità e una maggior efficacia della Medicina Territoriale e per la Promozione della Salute, quale opportunità per strategie agricole e di silvicoltura più sostenibili ed efficaci, e così via sino alla possibilità di rispondere localmente alla necessità di intervenire attivamente per il contrasto dell’allarmante ambientale planetario, ad esempio con lo sviluppo di reti ecologiche nella propria zona da parte dei decisori sociali.
  • Il Modello strategico proposto dalla Rete TeFFIt per la Promozione della Salute e la Prevenzione delle malattie, si pone 3 obiettivi principali: 1) la rigenerazione e il senso di benessere sperimentato immediatamente in foresta quale stato di partenza per desiderarne il mantenimento, anziché quale meta da raggiungere faticosamente in un percorso di raccomandazioni da seguire; 2) lo sviluppo della consapevolezza del proprio corpo e di ciò che realmente gli è benefico rispetto ad eventuali surrogati (fumo, alcol, abuso di farmaci, alimentazione inadeguata, ecc) quale forma di monitoraggio personale, sempre disponibile una volta acquisita e piacevole da usare, per la discriminazione e la scelta dei comportamenti più salutari per se stessi, a fronte del percorso di autodisciplina, spesso frustrante nei suoi frequenti insuccessi, richiesto dall’adesione esclusiva a regole esterne; 3) il distacco da un approccio omologante e deresponsabilizzante nella presa in carico della proprio salute, affidato esclusivamente a strumenti diagnostici per la valutazione e a farmaci immediatamente assunti per ottenere la scomparsa dei disturbi, verso invece la prospettiva del prendersi cura di stessi e in un’ottica di salute olistica che prevede il riconoscersi ognuno persona unica, per età, genere, eventuali fragilità ma anche punti di forza, esigenze di vita, gusti, contesto familiare e sociale, ecc, e diventando quindi protagonisti attivi del proprio benessere.

In estrema sintesi, la foresta e le Terapie Forestali possono quindi agire per rigenerare e dare sollievo dai disagi urbani, contribuire al trattamento di patologie esistenti, in particolare quelle croniche, ma svolgere anche un ruolo educativo, (in senso lato: laddove l’ “educatrice” è ancora la foresta), nel condurre le persone verso una maggior consapevolezza e responsabilizzazione per la propria salute e la cura di se stesse.

CAMPO D’AZIONE

All’interno del Modello sopra descritto, la Rete TeFFIt dispone già delle risorse e delle competenze per:

  • Certificare percorsi in foresta adatti alle Terapie Forestali
  • Valutare le caratteristiche dei boschi esistenti ed eventualmente suggerire le azioni opportune per il loro restauro nell’ottica delle Terapie Forestali
  • Offrire formazione adeguata sia per le immersioni in foresta in autonomia sia per la conduzione professionale nelle Terapie Forestali
  • Offrire formazione in almeno alcuni ambiti specialistici di interesse: per medici, psicologi, counselor, tecnici sportivi, fisioterapisti, insegnanti di scuola, Guide Ambientali Escursionistiche, ed altri sono in costruzione
  • Offrire un tavolo di confronto a tutti i portatori di interesse, dai singoli cittadini ai professionisti e ai decisori sociali
  • Offrire alle persone con almeno una formazione di base sulle Terapie Forestali un tavolo di confronto specialistico dedicato, anche per il perfezionamento e l’aggiornamento
  • Offrire agli Enti pubblici strumenti e risorse per l’utilizzo delle Terapie Forestali e del Modello TeFFIt nell’ambito della Promozione della salute
  • Offrire, per le attività sopra elencate, strumenti di monitoraggio validati e l’analisi dei dati raccolti per la verifica nei diversi ambiti (salute personale, ambiente forestale, attività di conduzione, ecc)
  • Offrire consulenza per la valorizzazione a scopo turistico di strutture residenziali (alberghiere, di ristorazione, ecc) e per la proposta di attività integrative coerenti nelle zone dove vengono attivate le Terapie Forestali
  • Proporre direttamente alla popolazione, attraverso conduttori competenti, immersioni in foresta e Terapie Forestali in ambienti consoni
  • Proporre attività, esercizi e modalità di esecuzione per il mantenimento dei benefici in città
  • Contribuire, per quanto di competenza, alla creazione e pianificazione di situazioni urbane coerenti.

Dott.ssa Pierangela Piras

portavoce

Comitato scientifico rete TeFFIt

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